Un accordo: la chiave di una coppia affiatata

La società ci impone le sue regole sull’amore e finiamo per credere che quando finisce la passione finisce anche la relazione. In realtà le persone che vivono in una coppia affiatata e che resiste alle prove del tempo non hanno ceduto a questo stereotipo: hanno scoperto che l’unione si basa sul senso (= direzione, significato) dello stare insieme.

Quando immaginiamo una storia d’amore, finiamo quasi sempre dentro il copione di un film romantico

Coscienti o meno, siamo immersi in un repertorio di immagini e storie in cui le relazioni si distinguono per una passione totalizzante: è amore solo se amiamo come il primo giorno, se tutto il resto del mondo sparisce, se non possiamo vivere senza…

In realtà la saggezza antica espressa dalla filosofia greca ci parla di un amore differente, il cui carattere fondamentale è piuttosto la mutevolezza. L’amore è un sentimento mai uguale, che cambia attraverso fasi: nasce sí nell’eros, ma con il tempo cambia natura e si converte nella cosiddetta “agape”. Agape è la comunione basata sull’affetto e sulla condivisione, e che pertanto comporta una decisione, ed una decisione non individuale, ma comune.

L’attrazione erotica nasce incontrollabile, in balia del fascino dei pregi dell’altra persona. Muore non appena i difetti dell’altro diventano evidenti.

Di fatto, se l’innamoramento è in qualche modo un fenomeno strettamente individuale, la vita di coppia è un atto di volontà condivisa.

La domanda chiava è “che senso ha per noi stare in coppia?”

La risposta a questa domanda, ci da indicazione per comprendere chi potrebbe essere il nostro partner ideale, ma anche per rinnovare la motivazione della coppia in cui già viviamo.

Da questo punto di vista, una coppia è un progetto. E la progettualità è l’elemento che va tenuto in considerazione.

«Un cliente mi chiese: “Cosa posso fare per amare mia moglie”. “Amala! Amare è una scelta, una serie di azioni che si compiono quotidianamente»
Steven Covey

Come ogni progetto che ottiene risultati e sia durevole, alla base c’è la consapevolezza di dei valori che ci legano.

L’invito è a superare le piccole differenze quotidiane, spesso solo lessicali, ed è facile se si va alla radice, alla motivazione di base. Comprare una casa insieme, per esempio, può generare discussioni sul numero di vani oppure la zona, oppure la vicinanza alle famiglie di origine o piuttosto al lavoro. In primo luogo, scoprire il valore fondamentale alla base, potrebbe essere “la nostra famiglia”, rende tutte le altre discussioni decisamente meno cariche di tensione.

E poi analizzando gli altri valori, potreste scoprire che non ci sono reali contrasti: spesso infatti ci esprimiamo in una maniera non chiara. Dire “io voglio rimanere nel quartiere”, non è percepito allo stesso modo di “ho bisogno di aiuto in vista dei figli, vorrei facilitare i miei genitori ad aiutarci vivendo accanto a loro”.

Detta così c’è almeno una nuova soluzione da verificare: possono i genitori decidere di trasferirsi nella nuova zona? Esiste un quartiere limitrofo ottimamente collegato? Insomma, vai alla ragione profonda delle tue convinzioni e lì potresti trovare una maniera nuova di soddisfarle che mette d’accordo tutti.

Il coaching è basicamente questo: uno spazio senza giudizio per nostre esigenze reali, nella ricerca di possibilità nuove.