Fatti sentire… iniziando da te

Mi trovavo a fare colazione al solito bar. Un sottile malessere mi agitava in maniera quasi impalpabile. Lo stavo capendo dalla difficoltà a stare nel presente: non ascoltavo gli amici come al solito, non percepivo il gusto del cibo e nemmeno ho notato un conoscente che passava e mi salutava. Se non ero lì, dove ero?

Se non stai nel qui ed ora, puoi essere solo o nel passato o nel futuro.

Dietro nel tempo, ci sono le situazioni non concluse, le emozioni inespresse, i discorsi non fatti, … e questi si ripercuotono sul presente piuttosto con una emozione che somiglia alla malinconia. Era questo il caso? Non sembrava, in realtà ero semmai più sull’agitato.

E nel futuro? Ci sono le ansie, i “cosa succederà se”, il dover fare…

Eravamo al punto! Mi sentivo in colpa perché nel mio cervello aleggiava la frase: «non mi va di fare assolutamente nulla di produttivo: oggi ci prendiamo una pausa».
Il senso di colpa ci segnala che una persona del nostro sistema si aspetta qualcosa di diverso rispetto ai nostri comportamenti. Quel qualcuno ero io stesso: siccome la giornata anteriore, per una serie di contrattempi, non avevo “concluso niente”(1), mi ero imposto proprio il contrario: di rimediare facendo il doppio del lavoro! Ma questo lo aveva deciso la testa. Il corpo rispondeva più o meno con uno sciopero. Una pausa, era inammissibile; il doppio del lavoro, che fatica.

Per farla breve: ne ho parlato con un’amica davanti al cappuccino ed è apparsa una soluzione facile, quasi banale, totalmente accettabile.

Mi impegno a fare quello che posso. E la motivazione è schizzata alle stelle

Sono corso a casa e ho fatto il mio lavoro. Non so dire se è di più o di meno del previsto (a ben pensare, forse meno, ma di maggiore qualità): poco importa. Quello che sí tengo a rimarcare è che sono stato bene.

Di cose utili che un coach ha imparato a fare e che anche tu puoi portare nella tua vita quotidiana, in questo articolo ne hai viste tante:

  • stare nel flusso del presente è la condizione naturale,
  • certe emozioni riportano in vita il passato o anticipano il futuro,
  • l’esigenza può dare risultati, ma si paga con malessere,
  • il senso di colpa avviene solo in relazione,

Per oggi, quello voglio invitarti ad aggiungere alla tua routine una cosa sola, dato che dal mio punto di vista è la base per iniziare a stare bene.

Sii tu la prima persona che ascolta senza giudizio le tue emozioni e le tue esigenze, precisamente anche quando credi che siano insensate, irrealizzabili, irresponsabili … in una parola, sbagliate!

Sono in realtà pensieri e sensazioni così importanti da cambiare il tuo corpo e inquinare la tua mente. Almeno fino a quando non ci entri in contatto! Semplicemente, datti un tempo per ascoltarle.

A scrivere la storia ci ho messo un po’, ma ci vuole davvero poco per vedere e analizzare quello che succede dentro di te. Poco certo in termini di tempo, ma ce ne vuole di forza e coraggio per prendere l’abitudine ad ascoltare e non giudicare il proprio mondo interiore. Ma una volta appreso che possiamo dare uno spazio interiore a tutto ció che avviene in noi, capiamo che la soluzione appare immediatamente. O ci sono azioni davvero importanti da intraprendere e allora ci attivano, o non sono reali o importanti, e allora svaniscono con tutte le sensazioni di malessere che si portano dietro. Un po’ più complicato è il caso in cui ce ne sono due in contrasto (come ho raccontato, lavorare e riposare). Ma anche quando si da questa congiuntura, c’è sempre una terza via. Cerca una mediazione tra le varie istanze sulla base delle tue priorità in questo momento.

Cosa puoi iniziare a fare da oggi

  1. Potremmo scrivere un articolo solo sulle convinzioni riguardanti una giornata “utile” e sulla necessità di “performare” della società contemporanea. Ne parleremo.
    Intanto puoi fare questo: il diario della gratitudine. Ogni sera: scrivi almeno tre ragioni per cui provi gratitudine rispetto alla giornata appena passata e perché («Sono grata/o di …. perché ….» es: «Sono grato di aver trovato la forza e il tempo di ascoltare i miei bisogni, perché ho sbloccato la resistenza e ho fatto quello che è importante per me».).
    Scoprirai che è dura iniziare, ma poi il flusso delle cose positive diventa inarrestabile.
    (e, manco a dirlo, la sera prima di questo piccolo episodio , io non l’avevo fatto…)
  2. Personalmente, al di là di impegnarmi a fare attenzione al mio corpo e i miei pensieri in ogni istante, mi ritaglio due momenti specifici nella giornata per ascoltare le mie emozioni e i miei pensieri. Potrebbero essere pratiche con cui anche tu puoi iniziare.
    Prima di alzarmi, visualizzo la giornata e cerco di immaginare nei dettagli cosa le dará un senso, come mi avvicinerà al me che voglio essere e al mondo che voglio lasciare, come mi farà stare bene, ….
    La sera, medito almeno cinque minuti: trovo un momento e uno spazio – tranquilli e sicuri – e spengo il cervello, ma solo quella parte che rimugina sul passato e si agita per il futuro. Come mi sento ora? Che emozioni sento ora? Che pensieri passano nella mia mente? Cosa hanno da dirmi?