Il futuro del lavoro è più roseo di quanto pensi

Che senso avrà il lavoro.

Continuando la nostra conversazione sul futuro del lavoro iniziato nell’articolo qui, dovremo domandarci quale sia il senso della nostra attività In un mondo in cui l’automazione e l’intelligenza artificiale stanno sostituendo le persone. 


Dove sta andando il mondo?

Possiamo pensare che il lavoro come lo conosciamo oggi sia in crisi e questo è un fatto per tutte le mansioni ripetitive e standardizzate.

Questo ci mette di fronte a quattro possibili scenari che PWC nel recente studio “Workforce of the future” definisce in base a quattro assi portanti.

Lo scenario rosso descrive un futuro dominato dalla tecnologia e dalle macchine, con una diminuzione del lavoro umano e una polarizzazione della società.

Lo scenario blu prevede invece un mondo in cui prevalgono i grandi player internazionali che concentreranno la maggior parte delle quote di mercato per ciascun business.  

Lo scenario verde si concentra su un futuro dove la sostenibilità ambientale e il benessere delle persone sono al centro dell’economia, con una crescente domanda di competenze green e un maggiore coinvolgimento in attività sociali e comunitarie.

Infine lo scenario giallo descrive un mondo in cui il lavoro fa leva sul lato umano, con la valorizzazione della creatività e dell’intuizione e l’importanza delle competenze trasversali. 

Il fatto che PWC distingua questi scenari attraverso i colori, ci ricorda la teoria dell’evoluzione della coscienza umana nel modello della “Dinamica a Spirale Integrale” di Wilber – Beck, nel quale ciascun livello di colore identifica un differente stadio di sviluppo. Applicato alle organizzazioni, definisce il modo in cui sono evolute organizzazioni e leadership, l’ultima in ordine di tempo è quella caratterizzata dal colore teal.  

Qui di seguito un’immagine esplicativa dal sito della società energetica spagnola Iberdrola.

Questo modello, come magistralmente riportato da Laloux nel suo bestseller “Reinventare le organizzazioni”, è stato adottato per ora da poche realtà internazionali, ma è interessante notare che sono sempre più numerose e di tutti i tipi, anche grandi compagnie “pesanti” come la metallurgica FAVI. Considera che imprese come Cucinelli sono ancora nel verde, in un modello democratico ma con una gestione accentrata, mentre l’impresa teal si organizza su formule di leadership diffusa tipo holacracy in cui il fondatore perde protagonismo a favore dell’organismo produttivo, con il ruolo di mantenere viva la visone fondativa.


C’è ancora la possibilità di fare delle scelte?

Infine, lo scenario giallo descrive un mondo in cui il lavoro diventa più umano, con la valorizzazione della creatività e dell’emotività e l’importanza del lavoro di cura. Può essere un mondo basato sulle competenze umane e sulla flessibilità, dove lavoratori altamente qualificati hanno accesso a opportunità lavorative su scala globale.

Non dobbiamo per forza seguire un unico scenario. Siamo in tempo per far evolvere il modo in cui lavoriamo insieme nella direzione dello scenario giallo di PWC o verso quella che Gartner definisce human-centric leadership. Abbiamo un po’ di margine nella nostra vita lavorativa o organizzativa e possiamo scegliere il tipo di leader che vogliamo essere e il tipo di organizzazioni che vogliamo strutturare. Anche se alcune possono resistere al cambiamento, possiamo essere leader centrati sulle persone e trasformare il nostro team in un’organizzazione teal.

Abbiamo l’occasione di creare un mondo del lavoro che metta le persone al centro.
Possiamo oggi generare valore economico e sociale, coniugando la tecnologia con l’umanità e creando un ambiente di lavoro i cui assi portanti saranno la creatività e l’autonomia.

 

La sfida sarà mantenersi nel proprio centro e gestire il livello di complessità e di incertezza a cui saremo esposti sia a livello individuale che organizzativo, promuovendo fiducia, curiosità e coraggio.

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