Disconessi e felici

Articolo per Sono In Salute di Agosto 2018

Uomini che sanno staccare la spina

Domanda: gli uomini fanno più fatica delle donne a lasciarsi andare e a “staccare” in ferie?
È un dubbio sensato. La saggezza antica definisce “maschile” quella energia che ci fa uscire dal nostro ambiente familiare e prendere posto nel mondo, attraverso il pensiero e l’azione, quindi in primo luogo per mezzo dell’attività professionale.
Considerato questo, è facile immaginare che gli uomini facciano più fatica delle donne a lasciare andare il loro ruolo nella società e gli schemi mentali orientati agli aspetti pratici della vita, che sono importanti sul lavoro, ma in vacanza hanno meno senso.

Quali errori tendono a fare gli uomini in vacanza

Anche quando non ti porti dietro computer, telefono e documenti, potresti continuare a rimanere “in modalità lavoro” con pianificazione eccessiva, tornei agonistici, corsi professionali… tutta una serie di comportamenti e attività che si riassumono con “andare a fare qualcosa di utile”. Tutto questo programmare consuma energia. Se invece vuoi ricaricarti l’unica cosa da fare è stare e vivere il “qui-ed-ora”.
Riduci gli impegni della giornata e resisti alla tentazione di fare programmi dettagliati. Vivi più che puoi alla giornata, facendo quello a te e gli altri va di fare in quel momento.

Staccare la spina: primi passi

La vacanza non è un lusso, ma un momento strategico: oltre a ricaricare le pile ti permette di ritrovare entusiasmo e orientamento, anche quando sarai di nuovo operativo.

Nella pratica, staccare la spina vuol dire ridurre al minimo i contatti con capi, collaboratori e colleghi, ma anche clienti e fornitori. Per questo la prima cosa da fare è predisporre tutto in modo da minimizzare o annullare gli effetti della tua assenza su chi dipende dalle tue mansioni …e permettere a te di godere al massimo del tempo libero. Chiudi o sospendi i progetti, delega le attività che proprio non possono aspettare e condividi con chiarezza spazi, tempi e mezzi in cui sarai reperibile. Di queste procedure temporanee, informa le persone coinvolte con una telefonata e un messaggio automatico in posta.

…poi però mantieni il punto! E in primo luogo con te stesso. All’inizio è probabile che arriverà la noia, ma non lasciarti trasportare, non sbirciare nella casella di posta del cellulare già la prima mattina che, dopo mesi, fai colazione con tutta la famiglia e non parlare di lavoro solo perché è l’argomento che conosci meglio. Magari evita di definirti con il tuo ruolo: l’avvocato Tizio o il professor Tale.
Cerca piuttosto spazi di gioco e dedicati, più che alle attività intellettuali, a stare nel momento presente. Questa è una cosa che il corpo sa fare benissimo! E allora, ampio spazio a massaggi, sport leggero e non competitivo, attività nella natura, ma anche tanto riposo.

Esercizi mentali che potrebbero aiutare

Gli esercizi per la mente sono importanti. La mente per sua natura è costantemente impegnata in un servizio fondamentale per la nostra sopravvivenza (a dirla tutta, più necessario ai nostri antenati preistorici che a noi oggi): mantiene l’allerta per sventare o risolvere le minacce dell’ambiente. Ha bisogno di tempo e pratica per abbandonare l’abitudine a focalizzarsi sui problemi e passare a uno stato di tranquillità e calma.

E allora:

  • Prepara la giornata di libertà sin dalla sera precedente con il diario della gratitudine: registra prima di dormire le tre o più cose che ti hanno fatto stare bene e perché. Porterai la mente a capire che la vita non è fatta solo di seccature da risolvere.
  • Al risveglio fai almeno tre-minuti-tre di meditazione concentrandoti sulla respirazione e, quando arriva un pensiero, non rimuginarci sopra a tutte le preoccupazioni che porta con sé, ma lascialo andare, magari visualizzandolo come un palloncino colorato che vola via e ripetendo una frase tipo “in questo istante va tutto bene”.
  • Pratica la mindfulness, ovvero stai con la testa qui ed ora in ogni attività che fai (non nella riunione della settimana scorsa con quel cliente antipatico, ma nemmeno nel torneo di domani in cui sei certo che vincerai).
    La maniera più semplice è dare spazio ai sensi che usiamo meno: percepisci la consistenza e il calore della tazza di caffè, ascolta quanti suoni differenti riesci a cogliere nella natura, avverti lo scorrere dell’acqua sul corpo mentre nuoti, goditi la morbidezza dell’accappatoio quando esci dalla doccia, salta, balla, corri come ti viene, e poi nota la stanchezza quando arriva, e riposa…

Se ti rendi conto che non stai facendo tutto questo come vorresti, usa questa occasione spensierata per essere più indulgente verso di te e per parlarti con un linguaggio più benevolo. Le ferie sono la migliore opportunità per sgamare i tuoi giudizi negativi e riguadagnare amor proprio.

Qual è il confine tra attaccamento al lavoro e work-addiction?

La dipendenza dal lavoro è una condizione di disagio costante. In breve, non si riesce a pensare e fare altro anche volendo, nonostante le ricadute sul benessere psico-fisico. Non riguarda quindi – per dire un paio di casi – il musicista che passa una notte a comporre sulla spinta dell’ispirazione o l’imprenditore che ha appena lasciato il posto fisso e sacrifica un mese alla nuova attività.

È molto insidiosa, perché a livello sociale, la produttività e la posizione sono diventati un valore prioritario, così come tutto ciò che è perfetto ed eclatante (in una parola, lo straordinario …guarda caso). Il lavoro può allora diventare una fuga da quella che abbiamo imparato a considerare la banalità del quotidiano e degli affetti di sempre …quelle cose che non riceverebbero nessun like sulle reti sociali.

L’intensità e il tipo di attività sta minando la quotidianità e le relazioni? Vivi da tempo in uno spiacevole stato di stress e inizi a soffrire sintomi fisici? Sei convinto che sia difficile quando non impossibile trovare spazio per altri obiettivi, piaceri ed interessi? Se è così, è bene rivolgersi a un professionista esperto.