Trasformare i nemici interiori in alleati: 1 – Il censore

Stiamo per cambiare, ma…

Quando abbiamo accettato di fare un passo nella direzione della propria evoluzione, a volte entra in atto un nemico del cambiamento, alleato della stasi: il censore interiore con il suo arsenale di pensieri ed emozioni sabotanti.

È importante dare ascolto alle nostre voci interne, portano con sé messaggi preziosi su quelle aree di noi ancora in ombra e che conoscere ed affrontare ci rende più forti e abili alle sfide della vita. Ma è anche importante non lasciarsi abbattere. Ecco alcuni spunti di riflessioni ed esercizi pratici.

Chi è il censore

In realtà, quando un collega, un fornitore, un cliente ci fa arrabbiare, deprimere o vergognare, per definizione c’è una parte interna di noi che è convinta che l’altro abbia ragione (altrimenti non ci altereremmo!). Certi momenti di tensione ci permettono allora di vedere quali sono le nostre aree non risolte e ci permettono di prevenire i sabotaggi che queste parti sono in grado di mettere in atto quando cerchiamo di raggiungere i nostri obiettivi. Finché non ne siamo coscienti, restano nell’ombra e, dato che “ci conoscono bene”, hanno un grande potere su di noi e sono quella causa misteriosa che genera le piccole e grandi difficoltà che ci separano dal successo. Le persone a cui non va a genio qualcosa di noi o del nostro lavoro possono essere tante. Premetto che qui non vogliamo parlare di come gestire le critiche o i feedback, ma di come imparare a gestire quei casi in cui un giudizio “risuona dentro di noi con sofferenza”.

Questo tipo di “colpi emotivi” possono arrivare in qualunque momento ed è pressoché impossibile evitarne qualcuno. Generalmente l’emozione che suscita in noi una critica vissuta come troppo dura è la vergogna, un’emozione di natura sociale intrinseca all’essere umano, il quale sopravvive solo insieme e con l’aiuto degli altri. Sin da bambini infatti, soprattutto noi occidentali che abbiamo vissuto l’apprezzamento basato sul giudizio degli adulti, abbiamo cercato di mettere in mostra e basare la nostra vita e carriera sull’essere ben visti (per i risvolti nel colloquio di lavoro, vedi anche il mio articolo su Mondolavoro.it a proposito dell’umiltà clicca qui). Per definizione la vergogna è un emozione che viviamo quando qualcuno ci espone (o rischia di esporci) alla scoperta di qualche difetto o mancanza di noi che non vorremmo gli altri conoscessero perché avrebbe un risvolto negativo sulla nostra immagine.

Prendi nota quando stai provando vergogna

Il primo passo è naturalmente riuscire a stare in contatto con questa emozione. È quello che si fa in un processo di coaching: sperimentare le emozioni in un ambiente protetto, con l’accompagnamento del coach. Ma se ti trovi nella vita reale, “fuori dal recinto”, prendi un bel respiro e semplicemente nota che stai provando vergogna. Solo così puoi iniziare a gestirla. In questo senso, esercitarti a mantenerti pienamente presente (mindful) ti permette di essere consapevole di quello che ti sta accadendo internamente e di allargare l’intervallo tra sensazione e risposta ed evitare reazioni automatiche e impulsive.
Non voglio insegnarti a gestire l’emozione, ma a fare tesoro dell’esperienza della censura interiore. Se il tuo capo dà un giudizio negativo sul lavoro che hai presentato e senti montare una sensazione sgradevole e difficile da gestire, se razionalmente appare spropositata, è il tuo critico interiore quello che ha lanciato un allarme rosso e noi vogliamo evitare che questa eccessiva attivazione si ripeta in futuro.

Cosa non ti piace di te

Quando ti vergogni di qualcosa, questo qualcosa o è vero o lo tu lo ritieni tale.
Se è reale ed è un problema, non resta che rimboccarsi le maniche e prendere contromisure “reali”. Si tratta di prendersi la piena responsabilità, che per definizione è la capacità di dare una risposta al problema.

Ma se, alla luce della calma riacquisita, magari qualche ora dopo lo shock, capisci che il tuo critico interiore è andato molto al di là del fenomeno osservabile, allora l’azione da intraprendere ha a che fare piuttosto con il tuo mondo interiore. Si tratta di prendere contatto con la tua convinzione limitante e aggiornare la visione che hai di te. Il problema del critico interiore è che si è formato nell’infanzia per proteggere il bambino o la bambina che eri, e ha mantenuto la stessa età e quindi si comporta in maniera infantile. Non è molto ragionevole, “grida e sbraita”, generando pensieri negativi per farti scappare quanto più in fretta!

Di cosa ti vergogni? Meglio ancora, quale difetto pensi di avere che una volta che gli altri lo avranno scoperto sarà un grave “disonore”? Ti do una buona notizia. Il più delle volte questa è una convinzione su cui devi certamente lavorare per rivedere la tua auto-immagine, ma non ti porterà alla rovina…

Come smascherarlo

Il censore interno è il probabilmente il più subdolo dei sabotatori. Interviene con pensieri che ti tirano giù, ti insinua l’idea che non vali o più subdolamente (perché apparentemente razionale) che non hai ancora abbastanza preparazione per quel determinato progetto. Oppure ti mette a confronto con gli altri, ovviamente mettendo in risalto negli altri le doti che non pensi di avere. In definitiva si accompagna a pensieri negativi ed emozioni sconfortanti rispetto alle tue possibilità.

Prova a fare questa riflessione: quando è che ti capita di aver voglia di scappare da una conversazione che sarebbe utile, da una posizione lavorativa interessante o addirittura da un buon impiego professionale? Quando, in breve, senti che le emozioni hanno la meglio sulla razionalità? Ecco in quei casi, più che dare risposta a un problema autentico è probabile che tu stia facendo lo “sporco lavoro” del tuo censore interno.

Come farne un alleato

Una volta passata l’ondata emotiva, quando ti rendi conto che un’affermazione di un collega, un rimprovero del capo, una conversazione conflittuale con un cliente ti hanno generato un malessere decisamente eccessivo rispetto alla situazione, avvicinati con curiosità al tuo censore. Quale è la tua grande paura? Puoi verificare attraverso una conversazione con il coach o altre persone fidate se è davvero un problema? Se sì, cosa puoi fare? Se non lo è, da quali cambiamenti ti sta proteggendo il censore? Quali risorse stai mettendo all’ombra dei supposti difetti, non considerando che invece potrebbero aiutarti a fare “il salto”?

Ti propongo un esercizio adattato da Rick Hanson, tratto dal libro “La forza della resilienza”.
Concentrati su un episodio in cui hai aiutato qualcuno in difficoltà: come ti sentivi nel corpo? che emozioni provavi? che cosa pensavi? che risorse mettevi in campo? Ecco, ora prova a focalizzarti, riproduci dentro di te le stesse condizioni e immagina che la persona da sostenere sei tu! Hai appena preso contatto con il tuo “mentore interno”.

Sia il censore che il mentore, dato paradossale ma importante da ricordare!, vogliono solo il meglio per te. Da oggi, quando serve, potrai metterli a dialogare insieme nella direzione del tuo benessere.

Pubblicato per la prima volta su Mondolavoro.it